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Il gioco strutturato: quando il compito diventa conquista

Giorno 11 – Il gioco strutturato (o con un obiettivo)

14 sguardi quotidiani sul gioco, aspettando il Natale

Forme impilabili in legno naturale Wooden Story

C’è un bambino seduto sul tappeto, il viso chino su un puzzle.
Le dita scorrono lente tra i pezzi, gli occhi si fermano, cercano, confrontano.
Ogni incastro riuscito è un piccolo respiro di gioia, un “ho capito”, un frammento di mondo che torna al suo posto.
Nel silenzio, il gioco diventa concentrazione.
E la concentrazione, serenità.

Quando parliamo di gioco, ci viene naturale pensare alla libertà, all’esplorazione, all’assenza di regole. Abbiamo imparato ad apprezzare il valore profondo del gioco open-ended, destrutturato, poetico.

Eppure, anche il gioco strutturato ha molto da offrire.

Non si tratta di scegliere tra libertà e struttura, tra creatività e regole. Si tratta, ancora una volta, di equilibrio. Di ascolto. Di accompagnamento.

Perché anche i giochi “con un obiettivo”, quelli che hanno un inizio, uno svolgimento e una fine, possono aiutare il bambino a crescere. A capire il mondo. A costruire competenze fondamentali, giorno dopo giorno. Come piccoli passi verso l’autonomia.

Cos’è il gioco strutturato?

È un gioco con un obiettivo preciso. Un puzzle da completare. Una sequenza da ordinare. Un gioco di carte con regole da rispettare. Un’attività in cui “si vince” quando si riesce a concludere il compito.

Questi giochi partono da un compito chiaro e offrono un risultato riconoscibile: la figura del puzzle è completa, le carte sono abbinate nel modo giusto, la torre è costruita nel modo corretto.

Non ci sono infinite possibilità. Ce n’è una. E proprio questo può essere rassicurante, allenante, utile.

Giochi strutturati, un mondo di competenze

In un mondo che spesso chiede ai bambini di saper concludere, portare a termine, perseverare, il gioco strutturato allena abilità fondamentali:

  • Concentrazione: l’attenzione è guidata da un obiettivo chiaro, e il bambino si esercita a restare focalizzato.

  • Perseveranza: se non riesce al primo tentativo, può provare ancora. E ancora. Imparando che gli errori non sono fallimenti, ma parti del percorso.

  • Problem solving: i bambini imparano a ragionare, a fare ipotesi, a testare soluzioni diverse.

  • Senso del tempo: “Oggi ho finito il puzzle in 10 minuti, domani ci riprovo e vediamo se ci metto meno.” Si allena così anche il senso della durata e del miglioramento progressivo.

E mentre allenano concentrazione e perseveranza, questi giochi possono anche sorprendere per la loro creatività nascosta.

Puzzle con forme ad incastro in legno naturale Wooden Story

Non è vero che il gioco con un obiettivo è “meno creativo”

C’è una credenza diffusa: che il gioco strutturato tolga libertà, creatività, immaginazione. Ma non è proprio così.

È vero che lascia meno spazio all’invenzione, ma può essere molto stimolante.

Pensiamo a un bambino che prova a infilare una serie di perline seguendo un motivo di colori. Non è libero di inventare il pattern. Ma sta imparando a osservare, a ricordare, a pianificare.

Oppure a una bimba che costruisce un puzzle complesso, cercando i bordi, ruotando i pezzi, accostando colori e forme. Serve intuizione, ma anche pazienza, logica, attenzione ai dettagli.

Giocare con le regole: i primi giochi sociali

Un capitolo a parte meritano i giochi con regole condivise: giochi da tavolo, giochi all’aperto, giochi di gruppo.

Anche questi sono giochi strutturati, ma con una particolarità: richiedono di confrontarsi con l’altro.

  • Si gioca a turni

  • Si accetta una regola comune

  • Si impara a vincere… ma anche a perdere

A seconda dell’età, le regole diventano più complesse, ma anche più interessanti: i bambini passano da un’ottica egocentrica a una più collaborativa. Comprendono che le regole non sono imposizioni, ma strumenti per giocare insieme.

E se tuo figlio bara? Fa parte del gioco! Letteralmente. È un passaggio dello sviluppo: significa che sta imparando a conoscere i confini. A volte li sfida, a volte li rispetta.

Con il tempo, imparando a immedesimarsi nell’altro, capirà che barare fa perdere senso al gioco… e lo renderà meno interessante per tutti.

Puzzle evolutivo - set da 4 Vilac

Come proporre il gioco strutturato?

  • Offri alternative semplici. Non serve proporre mille giochi: bastano pochi, buoni materiali e un tempo disteso.

  • Non forzare la conclusione. Se il bambino si stanca a metà del puzzle, va bene. L’importante non è completare a tutti i costi, ma allenarsi a ritentare con piacere.

  • Valorizza il processo. Più che il risultato, conta lo sforzo, la strategia, la calma, la collaborazione.

Il ruolo dell’adulto

Nel gioco con un obiettivo, l’adulto può facilmente cadere nella trappola del “correggere”.

Attenzione: non dobbiamo sostituirci. Possiamo accompagnare, sostenere, fare domande che aiutano (“Che pezzo ti manca?”, “Prova a guardare il colore”, “Cosa succede se…”).

Restare accanto senza invadere è la chiave anche qui.

Close-ended play e schema play: c’è un legame?

Assolutamente sì.

Molti giochi con un obiettivo dialogano con gli schemi di gioco:

  • I puzzle, gli incastri, i tracciati → Schema Positioning

  • I giochi di infilare o comporre sequenze → Schema Enclosing e Connecting

  • I giochi di movimento a regole (tipo salta-filo o “un due tre stella”) → Schema Trajectory

In questo modo, i bambini non solo si allenano a seguire regole, ma approfondiscono il loro modo spontaneo di conoscere il mondo.

Il gioco strutturato nella filosofia Montessori

Nella visione montessoriana, il gioco è lavoro: un’attività seria, ordinata, significativa. Proprio per questo, gran parte dei materiali Montessori non rientrano nel gioco open-ended, ma si basano su un'impostazione strutturata, con un obiettivo chiaro, un punto di partenza e una conclusione ben definita. Sono, a tutti gli effetti, strumenti di apprendimento che stimolano lo sviluppo di competenze specifiche, passo dopo passo.

Un materiale montessoriano – che si tratti dei cilindri con pomello, delle tessere da infilare, dei tracciati per la grafomotricità o della scatola della permanenza dell’oggetto – ha sempre una modalità d’uso precisa, che il bambino apprende attraverso una presentazione. Ma questa struttura non limita, bensì sostiene. Offre sicurezza, chiarezza, concentrazione. Ogni elemento è pensato per allenare un’abilità alla volta, favorendo l’autonomia, la capacità di autocorrezione e una profonda soddisfazione nell’aver completato il proprio lavoro.

Dr. Montessori credeva che un bambino concentrato fosse un bambino felice. Ed è proprio nella ripetizione serena di un’attività significativa che il piccolo costruisce, in silenzio e con costanza, la propria indipendenza. 

Tutta la metodologia Montessori si fonda sull’attività spontanea del bambino, stimolata dall’interesse verso il materiale.”


Anche se non sono materiali aperti, i giochi montessoriani non sono rigidi: offrono al bambino la possibilità di scegliere, di gestire il proprio tempo, di portare a termine un compito per il solo piacere di imparare.

E i benefici sono tanti:

  • Concentrazione profonda e duratura

  • Senso di padronanza e fiducia in sé

  • Sviluppo del pensiero sequenziale e logico

  • Educazione al lavoro ordinato

  • Autocorrezione e autonomia

Ogni materiale ha uno scopo ben preciso, ma è anche uno strumento di esplorazione del mondo reale: le forme da inserire, i cilindri da distinguere, gli oggetti da infilare richiedono cura, attenzione, fine motricità. E quando il bambino sbaglia, è il materiale stesso a fornirgli la risposta, senza bisogno di un giudizio esterno.

E se un materiale strutturato diventasse anche creativo?

Anche nel contesto montessoriano, il confine tra gioco strutturato e gioco creativo può farsi sfumato. Una volta che il bambino ha interiorizzato l’uso di un materiale, può accadere che lo utilizzi in modi nuovi, personali, inattesi.

Ecco perché, pur partendo da una base definita, vale sempre la pena lasciare una porta socchiusa all’esplorazione: non per forzare la creatività, ma per accoglierla quando emerge spontanea.

Giochi strutturati da scoprire su Cucù

Anche il gioco con un obiettivo può essere un’esperienza calma, appagante e significativa.
Basta scegliere materiali che accompagnino il bambino nel piacere del fare, del riprovare, del riuscire.

Puzzle 
Allenano la concentrazione e la pazienza. Ogni pezzo che trova il suo posto racconta una piccola conquista interiore.
→ Scopri la selezione di puzzle Cucù

Giochi di abbinamento e memory Londji
Perfetti per stimolare la memoria visiva e la logica, aiutano i bambini a osservare, confrontare, ricordare.
→ Scopri i giochi di memoria e abbinamento

Giochi da tavolo
Giochi che insegnano ad aspettare, a rispettare il turno, a condividere la scoperta.
Perfetti per iniziare a giocare insieme.
→ Scopri le gochi da tavolo Cucù

Tracciati e labirinti da seguire con il dito
Allenano la motricità fine e la coordinazione occhio–mano, offrendo calma e concentrazione.
→ Scopri i giochi di motricità fine e labirinti

Attività ad ispirazione Montessoriana
Infilare, ordinare, impilare: piccoli gesti ripetuti che costruiscono fiducia, precisione, autonomia.
→ Scopri i giochi di ispirazione Montessoriana

Tutti questi giochi hanno un obiettivo chiaro, ma lasciano spazio all’intuizione e alla calma.
Perché anche nella struttura può nascondersi libertà — quella che nasce dal sentirsi competenti, capaci, in cammino verso sé stessi.

Considerazioni finali

Il gioco strutturato non è il più bello da fotografare.
Non riempie le bacheche di Pinterest, non fa sognare per i colori o le scenografie.
Eppure, è essenziale.
Nel suo ritmo calmo e prevedibile il bambino trova sicurezza, nella ripetizione costruisce padronanza, nel gesto uguale a se stesso, giorno dopo giorno, coltiva fiducia.
Non serve che tutto sia sorprendente: a volte basta un puzzle ricomposto mille volte per sentirsi in pace, capaci, grandi un po’ di più.

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