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Il linguaggio segreto del gioco Parte 2 - Un nuovo viaggio tra i modi di giocare

Giorno 9 – Il linguaggio segreto del gioco

14 sguardi quotidiani sul gioco, aspettando il Natale

Abbiamo attraversato gli schemi, osservando con meraviglia quei gesti ripetuti, profondi e necessari, che parlano il linguaggio segreto dell’infanzia.
Abbiamo seguito traiettorie invisibili, racchiuso oggetti, orientato sguardi, trasportato emozioni.
Gesti piccoli, silenziosi, che costruiscono lentamente la mente, il corpo, il cuore.

Ora allarghiamo lo sguardo.

Dagli schemi di gioco – quei motori interiori che spingono a esplorare – passiamo ai modi di giocare: le forme che il gioco assume nel quotidiano, i linguaggi che prende quando si esprime in libertà.
Gioco destrutturato, simbolico, sensoriale, grafico, motorio.
Gioco che non si insegna, ma si coltiva.
Gioco che cambia, si evolve, si mescola, rispecchiando la crescita e l’unicità di ogni bambino 

In questa parte della nostra serie "Il linguaggio segreto del gioco" esploreremo nove modi di giocare, nove sguardi diversi sul mondo dell’infanzia.

Scopriremo insieme:

  1. il gioco open-ended (destrutturato)

  2. il gioco close-ended (strutturato e con un obiettivo)

  3. il gioco simbolico

  4. il gioco immaginativo

  5. il gioco del piccolo mondo

  6. il gioco sensoriale

  7. il gioco grafico e creativo

  8. il gioco motorio fine

    1. il gioco motorio grosso

    Non troverai istruzioni rigide né elenchi di attività da replicare.

    Questi articoli sono pensati come lenti d’ingrandimento, per aiutarti a osservare con più consapevolezza quello che già accade nel gioco del tuo bambino, per ispirarti, per seminare qualche nuova idea o sguardo.

    Ogni forma di gioco si intreccia con gli schema play già esplorati: ciò che era gesto diventa linguaggio, ciò che era scoperta motoria diventa costruzione di significato.

    Cominceremo dal gioco open-ended, il cuore del nostro approccio Cucù — libero, poetico e autentico.
    Perché non è solo un modo di giocare, ma un modo di guardare e abitare il mondo.

    Un piccolo chiarimento iniziale

    Quando si parla di gioco, è facile perdersi tra definizioni che sembrano sovrapporsi. In questa nuova parte della nostra serie, ci concentreremo sui modi di giocare, ma prima vogliamo fare chiarezza su alcune differenze fondamentali che ci accompagneranno lungo il percorso.

    Gioco open-ended, gioco simbolico, materiali destrutturati, materiali strutturati, attività close-ended: sono concetti diversi, ma spesso intrecciati.

    Il gioco open-ended (o gioco destrutturato) è un'attività senza uno scopo prestabilito, senza un’unica risposta giusta, in cui ogni bambino può esplorare, trasformare, immaginare. Ma non è detto che ogni materiale o ogni gioco che sembra "libero" lo sia davvero.

    Un esempio chiaro ci viene dal gioco simbolico. È un tipo di gioco open-ended per definizione: imita la vita, la reinventa, la attraversa, e cosa c’è più aperto ad infinite possibilità della vita stessa?  Ma può essere sostenuto da materiali più o meno aperti. Una macchinetta del caffè giocattolo è un oggetto che, per quanto legato al simbolico, è chiuso nelle sue possibilità: ha un solo scopo, pochi margini d’invenzione. Un set di costruzioni MODU, invece, permette di costruire una macchinetta del caffè, ma anche un treno, una cucina, una barca, una casetta. E quindi apre davvero il gioco, lo allarga, lo moltiplica.

    Anche nel gioco grafico e creativo questa distinzione è importante. I materiali destrutturati come legnetti, carta da pacchi, sabbia colorata, brillantini o materiali di recupero permettono di creare senza limiti, senza schemi. Altri strumenti come forbici, colla, pennarelli sono meravigliosi ma possono facilmente diventare close-ended, soprattutto se legati a consegne rigide, lavoretti da “finire bene” o aspettative adulte sul risultato finale.

    In breve:

    • Il gioco open-ended è una modalità di gioco: libera, esplorativa, trasformativa.

    • I materiali destrutturati sono strumenti che favoriscono questa modalità.

    • Ma anche materiali strutturati possono essere usati in modo aperto, se lasciamo che sia il bambino a guidare.

    • E alcuni giochi simbolici o creativi, se troppo definiti, limitano la libertà immaginativa.

    Tenere presente queste sfumature ci aiuterà a leggere con più profondità ogni forma di gioco che esploreremo da qui in avanti.
    Ma senza mai dimenticare che il gioco non ama le etichette troppo strette, né le cornici troppo rigide. A volte un’attività nasce aperta e diventa chiusa, o viceversa. A volte uno stesso materiale può essere usato in infiniti modi, a seconda del giorno, del bambino, del contesto.

    Non c’è una classificazione perfetta.
    C’è solo lo sguardo attento e curioso dell’adulto che osserva, accompagna e si lascia sorprendere.

    In questo spirito, apriamo insieme questa nuova parte del viaggio.
    Con occhi nuovi, e con lo stesso desiderio di capire come i bambini giocano per conoscere il mondo.

    Nelle prossime settimane ci immergeremo in mondi di sabbia e carta, di personaggi e avventure, di movimenti e silenzi, tra mani che disegnano, piedi che saltano, occhi che osservano.

    Perché il gioco ha mille forme, ma una sola origine: il desiderio di vivere e comprendere il mondo con tutto il corpo e tutta l’anima.

     

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