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Trajectory – Inseguendo la traiettoria delle cose

Giorno 8 – Il linguaggio segreto del gioco

14 sguardi quotidiani sul gioco, aspettando il Natale


Un bambino è fermo in giardino, tiene tra le dita una pallina rossa.
Poi, con uno scatto veloce, la lancia lontano guardandola saltare sull’erba, disegnare curve, scivolare in avanti.
Corre a riprenderla, torna al punto di partenza, per poi ricominciare.

Ma come ci arriva?
Segue una linea retta?
Fa un arco, una curva, un balzo?

In quel gesto semplice, il bambino costruisce un sapere nascosto.
Scopre che una pallina leggera vola più lontano, che un oggetto pesante cade più in fretta, che l’altezza, la forza, la direzione cambiano tutto.
E ogni volta che lancia, osserva e ripete, sta testando un’ipotesi, verificando un’intuizione, costruendo il suo modello mentale del mondo.

E così, in mezzo all’erba, tra corse e risate,
nasce il primo piccolo scienziato.

Cos’è lo schema Trajectory

Lo schema trajectory è una forma primitiva ma potentissima di pensiero scientifico e motorio. I bambini che lo esplorano sono attratti da tutto ciò che si muove lungo un percorso: un oggetto lanciato, una goccia che cade, una bolla che vola, un aeroplanino di carta che disegna curve nell’aria.

È il bisogno di capire come ci si muove da un punto all’altro, come cadono le cose, come si curvano, come cambiano velocità, come rispondono al vento, alla forza, all’inclinazione.

A cosa serve questo schema

Attraverso la ripetizione di gesti semplici (lanciare, far rotolare, spingere, rincorrere) i bambini allenano coordinazione, precisione, percezione del rischio e previsione degli effetti. Stanno imparando, senza saperlo, le basi di fisica, matematica, sport, e perfino danza o scrittura.

Oggi gettano una pallina giù da una rampa, domani sapranno calcolare la spinta giusta per tirare un rigore, tenere l’equilibrio mentre corrono, capire da dove arriverà un oggetto in movimento.

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Come riconoscerlo

Se il tuo bambino:

  • lancia oggetti ripetutamente (anche dal seggiolone…)

  • osserva incuriosito ciò che cade

  • insegue palline, bolle, foglie mosse dal vento

  • corre avanti e indietro, su e giù da un pendio

  • ama disegnare linee ondulate e tracciati

… probabilmente sta esplorando lo schema trajectory.

A volte può sembrarti frustrante (i lanci di cibo a tavola ne sono un esempio…), ma dietro quel gesto c’è una grande concentrazione. Il bambino sta osservando, analizzando, memorizzando.

Cosa racconta questo schema

Lo schema trajectory ci parla del desiderio di comprendere il movimento nel tempo e nello spazio.
Quando un bambino osserva una palla che rimbalza, un aeroplanino che plana o un sasso che cade in acqua sta costruendo un modello mentale del mondo fisico.

Sta cercando risposte alle domande:
Dove andrà? Quanto lontano? Come cadrà?
E, ancor più in profondità:
Cosa succede se cambio direzione? Se spingo più forte? Se aspetto?

Attraverso la ripetizione, affina le sue previsioni, impara il ritmo causa-effetto, costruisce fiducia nella propria capacità di agire nel mondo.
È un gioco che parla di gravità, resistenza, equilibrio e… meraviglia.

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Tra scienza, sorpresa e movimento

Il gioco con le traiettorie è più di una scoperta fisica.
È emozione, attesa, previsione, sorpresa.
Ogni lancio è un esperimento, ogni caduta insegna qualcosa.

Non è un caso se i bambini ripetono ossessivamente questi gesti: vogliono verificare le loro ipotesi.
E quando qualcosa va diversamente dal previsto, si accende la meraviglia.

Il ruolo dell’adulto

Osservare questo schema ci permette di offrire materiali e ambienti adatti:

  • spazio aperto per muoversi in libertà

  • oggetti sicuri da lanciare e far rotolare

  • percorsi costruiti con nastro adesivo o oggetti domestici

Ma soprattutto, ci invita a non interrompere il gioco, a riconoscerne il valore anche quando si sporca, lancia e rompe qualcosa.
Dietro quei gesti c’è un pensiero che cresce, e comprenderlo ci aiuta a prendere un bel respiro prima di intervenire.

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Trajectory o Rotation? Le differenze da osservare

A prima vista, lanciare una palla o farla girare su se stessa possono sembrare gesti simili. Ma nella mente del bambino, rispondono a curiosità diverse.

Trajectory è lo schema del movimento lineare o curvilineo:
una traiettoria che parte da un punto e arriva altrove.
È il gioco del lanciare, far cadere, inseguire, far scivolare, volare.

Rotation, invece, è lo schema del movimento circolare intorno a un centro:
una spirale che gira su sé stessa, un movimento continuo e ripetitivo.
È il gioco del ruotare, mescolare, avvitare, danzare in tondo.

Un bambino che lancia una palla lontano sta probabilmente esplorando trajectory.
Un bambino che fa girare la stessa palla su sé stessa o guarda le ruote della bici girare, si muove nello schema rotation.

 Riconoscere la differenza ci aiuta a offrire esperienze complementari, stimolando sia la curiosità per il viaggio…
che la meraviglia del giro che non finisce mai.

Per capire questo schema, prova così

  • Siediti accanto al tuo bambino e osserva come lancia un oggetto:
    non intervenire subito, lascia che finisca il gesto.
    Poi chiedigli: Dove pensi che finirà la prossima volta?

  • Costruite insieme una rampa con i libri o con un cartone:
    usate macchinine, tappi, palline diverse.
    Chiedi: Quale va più veloce? Perché?

  • Usate i gessetti per disegnare una pista: una linea lunga, con curve, salite, discese.
    Seguitela con le dita, con una macchinina, con i piedi.
    Poi inventatene una nuova.

  • Fate le bolle e seguitele: dove vanno? Come si muovono? Cosa succede quando le toccate?

È osservando questi dettagli che inizierai a “vedere” lo schema all’opera.
E potrai riconoscerlo ogni volta che tornerà, in forme nuove.

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Attività da proporre

Per sostenere questo schema, puoi proporre:

  • Lanci mirati: con palline, sacchetti morbidi, frisbee o aeroplani di carta

  • Corsa e inseguimento: giochi come rincorrersi, fare zigzag, percorsi ad ostacoli

  • Scivoli e rampe: far rotolare macchinine, sfere o palloni da piani inclinati

  • Disegni a linea continua: con gessetti, pennelli o dita nella sabbia

  • Bolle di sapone: da osservare, inseguire e far scoppiare

  • Mini golf fai-da-te: con cucchiai e palline, per provare angolazioni e forze

  • Marble run: circuiti per biglie, fatti con tubi di cartone o piste modulari

  • Giochi con l’acqua: travasi con imbuti, bicchieri, canaline

  • Paracadute e eliche di carta: per osservare traiettorie lente e sinuose

GIOCHI PER CONTINUARE A MUOVERSI… CON MERAVIGLIA

Abbiamo selezionato giochi e materiali che volano, rotolano, saltano, scorrono e disegnano traiettorie diverse.
Per continuare a esplorare questo schema con divertimento e consapevolezza.

Macchinine e piste

Pala gommata Goki Nature

→ Per osservare traiettorie, velocità e curve.

Palline e palloni

→ Per lanciare, far rimbalzare, tirare e prevedere i movimenti.

Streamers e bacchette danzanti

Bacchetta magica Sarah's Silk

→ Per tracciare il movimento nell’aria con il corpo.

Aeroplani, bolle, paracadute fai-da-te

Bacchetta ecologica Sunflower™ Kinfolk Pantry

→ Per osservare la magia del movimento leggero.

Per finire: Il gioco che cambia forma

Abbiamo attraversato otto schemi, otto chiavi per leggere il gioco dei bambini,
otto sguardi per decifrare il modo in cui osservano, esplorano, costruiscono significati.

Ma questi non sono gli unici.
Gli schemi sono infiniti, come infinite sono le strade che un bambino può percorrere per conoscere il mondo.
Alcuni bambini infilano oggetti in buchi e contenitori, e ritrovano, nello schema del posting, il piacere del gesto preciso, del dentro che cerca il suo posto.
Altri trasformano instancabilmente: mescolano colori, mischiano ingredienti, disfano e ricostruiscono.
Nel loro gioco vive lo schema della transformation.
Altri ancora cercano contenimento, lo costruiscono, lo desiderano.
È lo schema del containing, una forma gentile per dire: “ho bisogno di sapere dove finisco io, e dove comincia il resto del mondo”.

E chissà quanti altri ce ne sono, perché ogni schema è una finestra sul pensiero.
È un modo che la mente del bambino trova per dire: “questo è ciò che sto cercando di capire”.
Alcuni schemi riguardano l’azione, il movimento, il gesto che si ripete finché il mondo non risponde come ci si aspetta.
Altri invece sono schemi di forma: aiutano il bambino a ricordare contorni, a organizzare lo spazio, e più tardi, a disegnare, leggere, scrivere.

A volte si intrecciano, si sovrappongono, si confondono, e va bene così.
Il gioco vero non si fa etichettare.
Ma quando impariamo a riconoscere questi modelli invisibili, possiamo offrire materiali migliori, fare spazio alle esplorazioni, osservare senza intervenire troppo in fretta.

E allora tutto cambia.
Perché vediamo il gioco per quello che è:
un linguaggio segreto, ma non muto.
Un codice che si svela solo a chi guarda con attenzione,
e ascolta con fiducia.

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E domani… uno sguardo nuovo sul gioco

Finisce qui il nostro viaggio tra gli schemi del gioco.
Ma il gioco non si esaurisce nei gesti ripetuti, negli oggetti lanciati o nelle costruzioni ordinate.


Il gioco cambia forma, si trasforma, si espande, si colora.

A volte prende la via dell’immaginazione, altre quella dei sensi, altre ancora si muove nel corpo, o scorre tra le mani che disegnano, tagliano, incollano.

Da domani, inizieremo un nuovo sguardo.
Un piccolo atlante di possibilità per leggere le diverse forme di gioco che accompagnano i bambini ogni giorno.

Scopriremo insieme:

— Il gioco aperto che non ha istruzioni, e quello strutturato che segue un percorso.

— Il gioco simbolico e d’invenzione, che trasforma un sasso in una torta e una sedia in un castello, e scopriremo le differenze tra Imaginative, Symbolic e Small world play

— Il gioco sensoriale, fatto di profumi, sabbia, acqua, fango e mani sporche.

— Il gioco creativo, che nasce dal fare e dal creare con materiali semplici.

— Il gioco motorio, che coinvolge tutto il corpo in corse, salti e capriole.

— E il gioco dei piccoli gesti, che affina la precisione e la concentrazione.

Ogni giorno un tassello.
Ogni giorno un modo nuovo per ascoltare il linguaggio segreto dell’infanzia.

Ti aspettiamo domani.
Per continuare a giocare, a osservare, a meravigliarci.

 

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