Il gioco destrutturato: quando il bambino diventa autore
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C’è un tipo di gioco che non ha istruzioni.
Che non ha un modo giusto per cominciare, né uno per finire.
Che nasce da un’idea, o da nessuna, e prende forma solo strada facendo.
È il gioco destrutturato, quello che lascia spazio all’imprevisto, all’immaginazione, all’autonomia.
È il gioco che non mostra dove andare, ma accompagna il bambino mentre cerca la sua strada.
In questo articolo esploriamo cos’è davvero il gioco destrutturato, perché è tanto prezioso e come possiamo favorirlo ogni giorno, anche con materiali semplici o già presenti in casa.
Cos’è il gioco destrutturato?
Immagina un bambino seduto in giardino con una manciata di mollette di legno, qualche sassolino e una scatola vuota.
Non ha un obiettivo preciso. Non deve costruire qualcosa che assomigli a un modello. Non deve finire entro un tempo stabilito.
Semplicemente… comincia. Appoggia, prova, sposta, rovescia. Ride. Si ferma. Poi riprende.
Il gioco destrutturato è questo: un processo aperto, senza un esito prestabilito.
È l’opposto del gioco con le regole, delle attività guidate o con un risultato da raggiungere.
Nel gioco destrutturato non conta il prodotto, ma l’esperienza.
Il bello è che ogni bambino può viverlo a modo suo. Nessuna costruzione sarà uguale a un’altra. Nessuna idea è sbagliata. Ogni gesto è una scoperta.
Gioco open-ended o materiali open-ended? Una distinzione importante
Spesso si tende a sovrapporre due concetti che, pur essendo collegati, non sono la stessa cosa: il gioco open-ended e i materiali open-ended (o destrutturati).
-Il gioco open-ended è una modalità di gioco: un modo di giocare senza scopo finale, senza regole rigide, dove non esiste una soluzione giusta. È il bambino a decidere cosa fare, come farlo, quando iniziare e quando finire
Un esempio? Una bambola potrebbe sembrare un gioco “chiuso”, con un ruolo preciso da interpretare. Ma osserviamola con attenzione: può diventare un neonato da accudire, un amico da consolare, un mago che vola su una foglia, un paziente dal dottore, un esploratore del bosco… con tante possibilità quante ne offre la vita stessa. Non è l’oggetto a decidere, ma il bambino. La differenza la fa lo sguardo dell’adulto: siamo disposti a lasciarli inventare, mescolare, cambiare?
- I materiali open-ended, invece, sono strumenti che favoriscono quel tipo di gioco. Sono oggetti non definiti, non finalizzati a uno scopo preciso: blocchi di legno, stoffe, tappi, sassolini, figure semplici. Materiali che non dicono cosa fare, ma invitano a esplorare.
È importante ricordare che:
- 
Si può giocare in modo open-ended anche con materiali strutturati, se l’adulto lascia spazio alla libertà e all’improvvisazione.
 - 
Allo stesso modo, un materiale destrutturato non garantisce da solo un gioco aperto, se l’ambiente o l’intervento adulto ne limita l’uso.
 
Il cuore del gioco open-ended non è nell’oggetto, ma nell’atteggiamento: nell’intenzione, nella libertà, nella fiducia.
Ed è proprio lì che nasce la magia.

Perché è importante il gioco destrutturato?
Perché lascia spazio all’invenzione, all’errore, alla perseveranza.
Perché stimola la curiosità naturale, l’autonomia e il problem solving.
Perché permette ai bambini di essere protagonisti: non esecutori, ma autori.
Giocando in modo destrutturato, i bambini:
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imparano a prendere decisioni,
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affrontano la noia e la trasformano in possibilità,
 - 
si esercitano a immaginare, risolvere, combinare, ricominciare,
 - 
allenano la concentrazione e la pazienza.
 
E, cosa non da poco, questo tipo di gioco dura nel tempo.
Una costruzione lasciata sul tappeto al mattino può diventare una città il pomeriggio, un nascondiglio il giorno dopo.

I materiali del gioco libero
Due mondi si incontrano quando parliamo di materiali per il gioco open-ended.
Da una parte ci sono i giocattoli pensati per nutrire questa modalità di gioco, capaci di crescere insieme al bambino e offrire mille usi in ogni fase.
Dall’altra ci sono i materiali di recupero e d’uso quotidiano, quelli che raccontano la bellezza dell’improvvisazione e della creatività selvaggia.
Entrambi hanno un posto speciale nel cuore e nel cestino del gioco.
I migliori giocattoli per il gioco open-ended
Ci sono giocattoli che non impongono regole, non indicano un unico modo per essere usati. Non “insegnano” nulla in modo diretto, eppure accendono mondi interiori. Sono strumenti liberi, essenziali, capaci di stimolare la creatività, la concentrazione profonda, l’autonomia del pensiero. Crescono con il bambino, si trasformano con lui, si adattano ai suoi bisogni in continua evoluzione.
Ecco una selezione dei nostri preferiti, tutti disponibili nella collezione Cucù dedicata al gioco libero:
Blocchi in legno

I blocchi sono l’alfabeto del gioco libero. Costruiscono, smontano, cadono, si riorganizzano. Possono diventare torri, ponti, rifugi, montagne, animali, navicelle. Sono essenziali, versatili, in continua trasformazione. E quando sembrano finiti, basta aggiungerne altri per far nascere nuove idee.
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Teli di seta e stoffe morbide

Un telo può essere il mare, un cielo, una tenda, un abito da re, una tovaglia per un picnic nel bosco. I bambini li annodano, li appendono, li indossano, li lasciano fluttuare nell’aria. Sono materiali sensoriali e poetici, sempre pronti ad adattarsi al gioco del giorno.
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Figure in legno

Le figure semplici, non caratterizzate, senza volto né identità definita, sono una tela bianca per la narrazione. Possono essere chiunque: un bambino, una strega, un genitore, un eroe o un animale fantastico. Non dicono nulla, ma permettono di dire tutto.
Loose parts

Anelli, dischetti, bastoncini, monete, ciottoli, ghiande, mandala. I materiali sciolti sono una miniera di possibilità. Non servono a un solo scopo: si contano, si accostano, si usano per decorare, per costruire, per fingere. Invitano al pensiero divergente e alla libertà di creazione. 
Palle morbide o in legno

La palla è uno dei primi oggetti di gioco destrutturato. Si lancia, si fa rotolare, si rincorre, si infila in contenitori, si osserva mentre si muove. Una semplice palla può accompagnare giochi sensoriali, di movimento, di relazione e crescere accanto al tuo bambino.
Materiali per disegnare, colorare, incollare
Disegnare, tagliare, incollare, modellare: le attività artistiche sono uno dei modi più diretti per giocare in modo libero. Non serve un risultato preciso, serve l’atto creativo, la sperimentazione, il gesto che lascia una traccia. Ogni foglio, ogni strappo, ogni macchia è una scoperta.

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Vassoi, cesti e carrelli

I contenitori aiutano a organizzare, a trasportare, a creare scenari mobili. Un vassoio può essere una scena, una base per costruzioni, un vassoio da tè, un laboratorio segreto. Un cesto diventa casa, nascondiglio, raccoglitore di tesori.
Bambole e pupazzi

Non esiste forma di gioco più aperta, e più antica, di quella che imita la vita.
Con una bambola, un pupazzo o un oggetto qualsiasi che lo possa sostituire, i bambini possono raccontare il mondo, esplorarlo, rielaborarlo, provarlo addosso come un vestito.
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MODU e Connetix

Ci sono giochi che sembrano semplici costruzioni, ma nascondono mondi infiniti.
Un modulo MODU può essere un cavallo a dondolo, una cucina, un robot, un castello. Un set di Connetix può diventare una vetrata colorata, un razzo spaziale, una città di vetro.
Non è solo costruire, è immaginare. Non è solo incastrare, è raccontare.
Questi giochi non impongono una storia: la aspettano.
E ogni bambino la scrive a modo suo.

Uno Stapelstein può diventare uno sgabello, una torta di compleanno, un’isola da raggiungere a salti, un gradino, un tamburo, una navicella spaziale.
Materiali di recupero per un gioco libero (e bellissimo)

Non servono sempre oggetti speciali per innescare un gioco profondo e autentico. Spesso bastano le cose che abbiamo già in casa. Oggetti semplici, apparentemente insignificanti, che tra le mani di un bambino diventano qualcos’altro: strumenti magici, pezzi di storie, materiali vivi.
I materiali di recupero non hanno istruzioni, non pongono limiti, non offrono una sola risposta. Sono aperti, mutevoli, infiniti. E soprattutto, accessibili.
Ecco alcuni dei più amati dai bambini, da raccogliere in una scatola o in un cesto basso, sempre a portata di mano.
Scatole di cartone, tubi e contenitori
Il rotolo della carta igienica può trasformarsi in un cannocchiale, in un tunnel per biglie, in un personaggio. Le scatole diventano case, robot, veicoli, palcoscenici. Un contenitore vuoto è una nave, un garage, un letto, una trappola segreta. Il cartone è uno dei materiali aperti per eccellenza: si taglia, si colora, si piega, si incolla, si plasma.
Ritagli di carta, giornali e riviste
Immagini, parole, texture: i ritagli di carta nutrono l’immaginazione e stimolano l’osservazione. I bambini li scelgono, li combinano, li incollano per raccontare storie nuove, creare collage, dare forma ai pensieri.
Tessuti, stoffe, nastri, scampoli
Un vecchio fazzoletto diventa un mantello, una fascia, una tovaglia, un lenzuolo per le bambole. I nastri legano, decorano, ondeggiano. I tessuti morbidi e leggeri sono perfetti per travestirsi, costruire capanne, creare ambientazioni poetiche.
Oggetti della cucina
Cucchiai di legno, ciotole, scolapasta, barattoli di metallo: la cucina è uno scrigno di materiali per il gioco simbolico e sensoriale. Con pochi elementi i bambini creano zuppe magiche, impasti misteriosi, strumenti musicali improvvisati.
Spago, fili e gomitoli
Un filo collega due sedie, tiene insieme una costruzione, lega una bambola a un pallone aerostatico. Lo spago stimola l’ingegno, la motricità, il pensiero progettuale. Basta poco per creare trappole, carrucole, ragnatele.
Strumenti per lasciare un segno
Gessetti, pastelli a cera grossi, pennelli, dita sporche di tempera. Segnare, tracciare, lasciare una scia è un bisogno profondo. Si disegna per raccontare, per esplorare, per conoscere. La creazione grafica è gioco libero puro: senza modello, senza aspettative, senza confronto.
Acqua
L’acqua è esplorazione, sorpresa, concentrazione. In una bacinella, nella vasca da bagno, sul balcone, i bambini versano, travasano, mescolano, spruzzano. Aggiungendo spugne, imbuti, bottiglie tagliate, l’esperienza si moltiplica, si arricchisce, si fa profondissima.
Elementi naturali raccolti all’aperto
Pigne, foglie, sassolini, ghiande, fiori secchi, rametti. Il mondo là fuori è il primo fornitore di materiali aperti. Bastano una passeggiata lenta e un piccolo cestino per raccogliere tesori. Tornati a casa, diventano ingredienti per pozioni, decorazioni per castelli, componenti di un piccolo mondo in miniatura.
Fango, sabbia, terra, pietre
Quando possibile, lasciamo che i bambini esplorino anche i materiali più “sporchi”. Il fango si impasta, si stende, si trasforma. La sabbia asciutta o bagnata crea rilievi, crateri, castelli. Le pietre si impilano, si allineano, si toccano per ascoltare il suono che fanno. Sono materiali autentici, primitivi, profondamente affascinanti
Questi materiali, spesso trascurati dagli adulti, sono in realtà tra i più potenti attivatori del gioco. Non hanno una funzione definita, e per questo ne offrono infinite. Permettono ai bambini di esprimere idee, emozioni, storie, sogni. Di sperimentare il mondo con libertà, pazienza e creatività. Sono materiali autentici, primitivi, profondamente affascinanti. Connettono il bambino alla natura, risvegliano i sensi, educano al rispetto per ciò che ci circonda.
In sintesi il materiale destrutturato possiamo trovarlo ovunque: basta cambiare sguardo, rallentare, e fidarci del potere del gioco semplice.
Ogni oggetto recuperato è una possibilità. Sta al bambino decidere che forma prenderà.
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come riempie di sassi un barattolo e ascolta il suono che fanno,
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come disegna con un bastone nel fango,
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come costruisce un nido con le foglie secche.
 
In ognuna di queste azioni, c’è una ricerca autentica, una domanda che cerca risposta.
Quando il gioco destrutturato non funziona: qualche consiglio
“Non sa cosa fare”
Alcuni bambini non sono abituati a giocare senza uno scopo chiaro. Comincia con pochi materiali alla volta, riproponili spesso, osserva senza intervenire.
“Fa troppo disordine”
Se temi il caos, delimita uno spazio (un tappeto, un vassoio, una scatola bassa). Offri meno oggetti e rotali spesso.
“Dura poco”
Il gioco destrutturato ha bisogno di tempo per nascere. Spesso parte in sordina e cresce lentamente. Non avere fretta.
Conclusione: lasciare spazio al possibile
Il gioco destrutturato non ha un esito previsto.
Ed è proprio questo il suo potere: spinge il bambino a esplorare senza paura, a provare senza timore di sbagliare.
Il nostro compito?
Preparare un ambiente ricco, fare un passo indietro, osservare con fiducia. Perché il gioco destrutturato non ha un copione… e ogni bambino è autore del proprio racconto.
Perché, come sempre, il gioco è una lingua.
E il gioco destrutturato è la lingua della libertà.
1 commento
zo3irs


